N° 55
1.
Una camera d’albergo ad Avarua, isola di Rarotonga, capitale delle
Isole Cook, stato associato alla Nuova Zelanda.
Il fumo dello sparo si è appena dissolto e
Sin, la figlia del Teschio Rosso, si alza lentamente guardando la ragazza
distesa a terra, vestita col costume di Capitan America ed apparentemente
esanime.
Non
l’avrò uccisa? Si chiede la ragazza, papà non mi perdonerebbe mai, ci teneva a
farlo lui. Aspetta, non c’è sangue, solo uno strappo sulla maschera all’altezza
della tempia sinistra e sì… appena un pochino di sangue proprio lì. Il
proiettile deve essere passato vicino alla tempia facendola svenire. Meglio
così.
La
ragazza prende il comunicatore e chiama:
-Crossy, vieni su.-
Pochi
istanti dopo Crossbones passa dalla finestra aperta.
-Prendila.- gli dice semplicemente Sin
indicando la svenuta Liz Mace e lui se la carica sulle spalle.
-Non l’hai ammazzata, vedo.- commenta.
-Ti ho già detto che papà ci tiene a farlo
personalmente, ma se tu vuoi… strapazzarla un po’, puoi farlo. Non ha detto che
dobbiamo riportargliela intatta e in buona salute. Ma ora sbrighiamoci. La
pistola aveva il silenziatore, ma qualcuno può aver sentito qualcosa lo stesso
e non è il caso di aver a che fare con le autorità proprio adesso.-
-Scommetto che potrei sbarazzarmi di loro con
una mano legata dietro la schiena.-
-Ci credo e mi piacerebbe vederlo dalla prima
fila, ma ora filiamocela.-
Pochi
minuti dopo i due sono fuori dall’hotel, diretti verso la spiaggia.
A
parecchie miglia di distanza, nella base navale di Norfolk, in Virginia, la
routine giornaliera sta per essere infranta: un commando di uomini armati
sfonda uno dei cancelli e si fa largo nella base.
La
reazione è più lenta di quanto ci si aspetterebbe: la sorpresa per un attacco
alla più grande e meglio difesa postazione della Marina degli Stati Uniti è
tale da indebolire i tempi di reazione quanto basta perché più di una squadra
di incursori penetri in profondità nella base. Mentre la maggior parte viene
impegnata in conflitti a fuoco, un piccolo gruppo raggiunge un hangar.
-Svelti!- urla il capo. Abbiamo poco tempo.-
-Il vostro tempo è finito, bastardi.-
La
voce maschile è echeggiata alle loro spalle ed i membri del commando si voltano
istintivamente nella sua direzione.
-Capitan America!- esclama uno di loro.
-Non esattamente.- replica il nuovo venuto: è
un uomo alto circa un metro e 88, indossa una perfetta replica del costume di
Capitan America, solo che il bianco e l’azzurro sono invertiti. Sul petto ed al
centro del suo scudo una stella azzurra.
Gli
assalitori provano a sparargli, ma lui reagisce immediatamente: il suo scudo
saetta nell’aria disarmando contemporaneamente tre membri del commando. Nel
frattempo il nuovo venuto è saltato loro addosso ed li abbatte come birilli
mentre senza sforzo apparente recupera lo scudo.
L’intero
scontro è durato meno di due minuti e l’uomo in costume sorride soddisfatto
mentre vede arrivare le forze di sicurezza. Sempre sorridendo alza le mani.
-E tu chi saresti?- chiede l’ufficiale in
comando –Il negativo di Capitan America? I color sono giusti, è l’abbinamento
che è sbagliato.-
-Può chiamarmi Comandante America e sono un
patriota.-
-Questo lo vedremo. Hai un bel po’ di domande
a cui rispondere.-
-Temo di non poterlo permettere: la mia
missione impone che la mia identità resti segreta.-
Apre
la mano e ne lascia cadere qualcosa. Subito dopo si sprigiona una cortina
fumogena e quando si dissipa l’uomo che si è presentato come Comandante America
è scomparso.
-Odio questi super tizi.- borbotta l’ufficiale
in comando –Credono di essere i padroni del mondo.-
-Signore, guardi!- esclama uno dei suoi
uomini.
-Cosa c’è?-
-Questi uomini sono morti. Credo che… che
siano stati folgorati da un meccanismo nella loro cintura.-
Ci mancava solo questa, pensa
l’ufficiale, chiunque ha organizzato questo raid voleva essere sicuro che i
suoi uomini non parlassero se catturati. Ma chi ha organizzato questa faccenda
e cosa sperava di ottenere? Ci sono un sacco di cose poco chiare in questa
storia,
Altrove
l’uomo chiamato Bixby ha seguito l’intera sequenza grazie ad una speciale
telecamera nascosta.
Il
debutto del Comandante America è andato benissimo e la sua prossima apparizione
sarà ancora più spettacolare. Peccato per le vite sprecate, ma i mercenari si
trovano ad un soldo la dozzina sul mercato. Naturalmente non erano stati
informati che era previsto che dovessero fallire e che il loro attacco era solo
una diversione.
Bixby
spegne il computer, ne estrae una penna USB che si infila in tasca, poi mette
lo strumento in una valigia e la chiude accuratamente, quindi si dedica al
lavoro del giorno, dopotutto alla sede della C.I.A. a Langley è noto per essere
un uomo molto scrupoloso.
2.
Quando Paul Hadley Morgan
è tornato a New York per il funerale del padre ucciso da un misterioso
consorzio di vigilanti,[1]
non aveva alcuna intenzione di diventare il rispettato e temuto boss del
crimine di Harlem, ma come Michael Corleone aveva imparato ne “Il Padrino”, si
fa presto a cambiare idea. Suo padre, il grande Morgan, aveva costruito un
impero che sarebbe stato un peccato dissipare, ma solo un uomo forte e
determinato poteva esserne a capo per designazione quasi unanime quell’uomo doveva
essere lui.
Oggi,
dalla terrazza del suo attico Morgan contempla il suo piccolo impero e si
chiede se sia davvero valsa la pena battersi per averlo. Solo lui sa cosa ha
perso, a cosa ha dovuto rinunciare per essere quello che è adesso. Certo ha
soldi, donne, potere ma a volte sembra tutto così vuoto. Il suo sguardo è
attratto dalla vista del supereroe Falcon che sorvola le vie di Harlem. Sono
nati per essere antagonisti, ma chi di loro due è quello veramente libero?
Stupide
domande, si dice rientrando nell’ampio appartamento, quelli come Falcon sono
legati dalle leggi e dalle regole, qui io faccio le mie leggi ed applico le mie
regole. Falcon è un servo ed io sono un padrone.
Le
sue riflessioni sono interrotte dall’arrivo di uno dei suoi uomini:
-Scusa capo…-
-Cosa c’è?- replica bruscamente Morgan.
-Si tratta dell’ultimo carico dalla Colombia.-
-Non dirmi che i Colombiani vogliono ancora
alzare il prezzo. Non ho la minima intenzione di trattare: se non vendono a me
in questa parte di New York, non vendono a nessuno.-
-E i Salvadoregni, capo?-
-Quelli non saranno un problema da domani se
le cose sono state fatte come si deve.-
-Me ne sono occupato personalmente… se ci dai
il via…-
-Ce l’hai… ed ora non seccarmi più. Ah… chiama
Lydia e dille di mandarmi due delle sue migliori ragazze.-
-Certo capo…- l’uomo s’interrompe e si china
verso il pavimento –E questa cos’è? Ti è caduta una foto, capo?-
Morgan
gli strappa la foto dalla mano e se la mette nel taschino della camicia.
-Pensa agli affari tuoi e fa quel che ti ho
detto.- lo apostrofa.
L’uomo
obbedisce ma mentre si lascia alle spalle l’appartamento del suo capo, non può
fare a meno di chiedersi perché Morgan si sia scaldato così tanto per la foto
di due neonate gemelle.
Per
certi lavori ci vorrebbe un detective non un uomo d’azione come me, pensa il
Guardiano d’Acciaio, ma in una città che conta solo 10.000 abitanti non ci sono
molti posti in cui il suo uomo può nascondersi…a meno che non sia già scappato,
s’intende, ma potrebbe averlo fatto solo con un mezzo privato e c’è un solo
aeroporto in tutte le Isole Cook. Potrebbe cominciare da lì, ma prima c’è il
suo appuntamento con Capitan America e lui non ama arrivare tardi agli
appuntamenti con le belle donne.
Si
infila la maschera ed esce silenziosamente dalla sua camera. Collaborare con
quella supereroina americana sarà divertente anche in questo periodo di
tensione tra i loro due paesi. Certo che è molto diversa dagli altri Capitan
America che ha conosciuto: loro non avevano quelle curve.
Sta
ancora sorridendo tra sé e sé quando il suo sguardo circospetto coglie
qualcosa: un uomo con un fisico da culturista ed una donna che camminano
affiancati. La donna tiene in mano qualcosa di rotondo e l’uomo porta sulle
spalle un sacco… o forse un essere umano? Non sono affari suoi: lui ha una
missione da compiere, eppure… un oggetto circolare… lo scudo di Capitan
America. Quei due la stanno rapendo.
Scatta
come un ghepardo contro di loro e nel farlo attira l’attenzione dei suoi
bersagli.
-Sta arrivando un imbecille in costume,
Crossy, tu va, di lui mi occupo io.- esclama Sin sfoderando la sua pistola.
-Che vuoi fare?- chiede Crossbones.
-Ammazzarlo, che altro?- replica lei e
comincia a sparare –Muoviti: la piccola deve arrivare da papà a tutti i costi.-
Dicono
che non si può essere più veloci di un proiettile, ma correndo a zig zag il
Guardiano d’Acciaio riesce comunque ad evitare quelli diretti contro di lui ed
a lanciare uno dei suoi dischi, che colpisce la ragazza al polso disarmandola.
Con
un placcaggio degno del miglior giocatore di rugby o football americano il
supereroe russo agguanta la donna trascinandola a terra.
-E tu chi saresti? Capitan Russia?-
-Una specie.- ribatte il Guardiano –E tu,
invece, chi sei?-
Sin
prova a sferrargli un calcio all’inguine, ma il Guardiano se ne accorge in
tempo e lo evita perdendo, però, la presa sulla ragazza, che lo rovescia a
terra liberandosi e gettandosi verso la sua pistola.
-Sono quella che ti ucciderà, porco di un
Russo.- proclama.
-Questo lo vedremo.-
Ci
sono spesso pochi istanti per prendere decisioni fatali ed il Guardiano
d’Acciaio ne prende una, decidendo di afferrare lo scudo di Capitan America e
gettarlo tra le gambe di Crossbones prima che si allontani troppo. In questo
modo, però, dà a Sin il tempo di afferrare la pistola e puntargliela contro.
Crossbones
perde l’equilibrio e piomba a terra e con lui anche Capitan America. Forse è
l’urto con il terreno o forse è altro, fatto sta che Liz Mace apre gli occhi.
All’inizio è confusa, incerta, poi riconosce Crossbones e capisce di essere in
pericolo.
Accantona
ogni domanda e si concentra sul suo avversario. Cosa le dicevano spesso i suoi
istruttori? Non importa quanto sia grosso e forte, qualunque avversario può
essere battuto e Crossbones non è diverso.
-Non speravi di rivedermi così presto, eh,
ragazzina?-[2]
la stuzzica Crossbones.
-A dire il vero, sì.- ribatte lei –Su fatti
sotto: credevo che quelli come te si divertissero a picchiare le donne.-
Con
un ringhio gutturale Crossbones le salta addosso.
3.
Il
luogo è noto come Isola del Teschio, ma dove sia esattamente nessuno lo sa ed è
un’informazione per avere la quale molti governi pagherebbero volentieri un
prezzo elevato.
L’uomo
che ha dato il suo nome all’isola sta parlando con l’unico altro uomo al mondo
che riesce ad intimidirlo in qualche modo. Non c’è da stupirsene perché il
volto che ha davanti a sé altro non è che quello di Adolf Hitler.
-Sei davvero certo che andrà tutto bene
stavolta?-
-Ne sono assolutamente sicuro, Mein Fuhrer.-
risponde il Teschio Rosso e c’è nelle ultime due parole un’intonazione
sarcastica che il presunto Hitler non coglie o finge di non cogliere –Ho
infiltrato i miei uomini nelle basi di stoccaggio ed ora attendono solo il mio
ordine per dare il via all’operazione.-
-Se avessimo avuto armi del genere durante la
guerra, l’avremmo vinta noi, non i maledetti Alleati.- commenta colui che è
conosciuto come il Seminatore d’Odio.
Il
Teschio Rosso si limita ad un cenno d’assenso.
Un
altro luogo e… un altro Teschio Rosso? Così sembra, stando almeno alle apparenze.
Guardando più da vicino, però, certe differenze si notano: nel fisico, ad
esempio, meno tonico e scattante, nel mantello appoggiato ad una sedia, nel
simbolo della falce e martello dipinta sulla tuta verde e soprattutto nel fatto
che questo indossa una maschera mentre quello di Johann Schmidt è il suo vero
volto scarnificato durante uno scontro con Capitan America tempo fa.[3]
Sì,
decisamente questo non è Johann Schmidt ma non è nemmeno Albert Malik, il suo
successore degli Anni 50 anche se vorrebbe che i suoi associati lo credessero e
soprattutto non vorrebbe mai che sapessero chi è realmente… e questo vale anche
per l’uomo con cui è collegato in videoconferenza.
<<Confermo, signore, che è stata
segnalata nell’isola la presenza di Capitan America e del Guardiano
d’Acciaio.>> gli sta dicendo con incredibile flemma l’uomo che si fa
chiamare semplicemente Finisher.
Maledizione,
pensa l’uomo che impersona il Teschio Rosso Comunista, possibile che debba
sempre ritrovarsi tra i piedi quei buffoni in costumi patriottici? Beh… inutile
piangere sul latte versato, dopotutto sapeva che poteva succedere.
-Cosa stai facendo adesso?- chiede a Finisher
<<Sono all’aeroporto aspettando di
partire.>>
-Sbrigatevi a farlo. In questa faccenda il
tempo è importantissimo. Voglio quel microchip il prima possibile.-
E
non sarà mai troppo presto.
Joy
Mercado, reduce da una notte in bianco passata a studiare il dossier
sull’attentato al quartier generale del F.B.S.A. fornitole da Jack Norriss, si
prepara ad andare al lavoro.
Ora
capisce perché Norriss non si è fatto pregare troppo nel passarle quella copia
del dossier: hanno poco o niente, a parte la convinzione che dietro ci sia la
stessa organizzazione che ha mandato l’Aviatore Notturno a distruggere la
clinica dove si facevano esperimenti di lavaggio del cervello. Era proprio
quello su cui stava indagando Jeff Mace. Charlie Snow le ha detto che Jeff
parlava di una cospirazione paragovernativa per ricreare dei supersoldati… ed è
rimasto ucciso in quella maledetta esplosione. Quest’affare è potenzialmente
più grosso del Watergate ma chi c’è dietro non ha scrupoli ad uccidere. Dovrà
stare molto attenta. Forse le servirà una guardia del corpo e sa a chi chiedere
aiuto.
4.
Capitan
America evita abbastanza facilmente l’assalto di Crossbones. Se lui non si
fosse fatto guidare dall’ira, forse non sarebbe stato così facile, ma
l’importante è che lei ci sia riuscita.
Mentre
si rialza, nota il suo scudo in terra e si china a raccoglierlo Crossbones la
afferra da dietro passandole una mano sotto il mento e spingendole la testa
verso di lui.
-Ti spezzo il collo, puttana.- grida.
Liz
riesce a fargli fare un volo sopra la sua testa.
-Non mi piace il tuo linguaggio, non mi
piacciono i tuoi modi. Ripensandoci: tu non mi piaci proprio.- dice mentre gli
sferra un calcio al mento.
Solo
allora si rende conto che manca qualcuno.
-Dov’è finita Sin?- si chiede.
Il
Guardiano d’Acciaio usa l’attimo in cui Sin si è distratta per seguire la
traiettoria dello scudo di Cap per sferrarle un calcio al polso destro
costringendola a mollare la pistola.
-Scusami...- le dice in Tedesco –Di solito non
mi piace colpire le donne, ma con te dovrò fare un’eccezione.-
-Bastardo Russo…- ringhia la ragazza -… non mi
servono armi per far fuori uno come te.-
Ben
presto il Guardiano si rende conto che Sin è una combattente superbamente
addestrata: sconfiggerla in un corpo a corpo non sarà un’impresa facile, ma lui
non si tirerà indietro.
Sam
Wilson entra nel piccolo ambulatorio nel cuore del quartiere di Hell’s Kitchen
a New York e la dottoressa Claire Temple solleva la testa dal paziente che sta
visitando e lo saluta calorosamente, per poi aggiungere:
-Dammi un minuto e sono da te.-
In
realtà, di minuti ce ne vogliono almeno cinque, ma Sam aspetta volentieri,
poi... finalmente ecco che Claire arriva.
-Sei splendida come sempre.- le dice,
-Sei solo un adulatore.- ribatte lei
sorridendo –Cosa ti porta qui, Senatore?-
-Volevo solo sapere come stavi. Ti sei rimessa
bene dopo il tuo incidente, vedo.-[4]
-Sono una dura, io… dote necessaria quando
decidi di fare il medico nei quartieri difficili.-
-Capisco benissimo, non dimenticare che ho
fatto l’assistente sociale per anni prima di… beh… di farmi convincere a darmi
alla politica.-
-Ci sono cose che puoi fare a Albany che forse
qui non avesti potuto.-
-Dici? Beh,… non ne sono sicuro. Ma non
parliamone adesso. Volevo invitarti a pranzo.-
-Uhm… stavo giusto pensando di fare una pausa…in
tua compagnia è meglio. Se Noah può fare a meno di me per una mezz’ora…-
-Vai tranquilla ragazza mia.- replica il
dottor Noah Burstein –Me la caverò benissimo. Non sia mai che interferisca con
un romanzo d’amore.-
-Noah!-
Sam
ride e prende sottobraccio la sua compagna.
5.
Capitan
America corre verso il Guardiano Rosso, ma una mano le serra la caviglia
facendola cadere. Crossbones è tutt’altro che sconfitto.
-Non te ne andrai facilmente, ragazzina.-
esclama mentre si rialza e le si lancia addosso.
Liz
unisce le gambe ed usa lo stesso slancio del suo avversario per proiettarlo
contro Sin.
-Grazie dell’assistenza…- le si rivolge il
Guardiano Rosso -… ma me la sarei cavata ugualmente.-
-Maschi…- borbotta Cap -…Non siete proprio
capaci di accettare l’aiuto di una donna.-
Il
Guardiano non risponde. Accenna un sorriso, poi si accorge che Crossbones si
sta muovendo e gli sferra un calcio al mento.
-Forse così se ne starà tranquillo.- borbotta in
Russo, poi si rivolge in Inglese alla sua alleata, che sta rimettendo in piedi
una stordita Sin serrandole le mani, e le chiede:
-E questa chi sarebbe?-
-La figlia del Teschio Rosso… dice.- risponde
Liz.
-Quel Teschio Rosso? Il Nazista?-
-Ne conosci altri?-
-A dire il vero sì… ma ne parleremo dopo. Che
volevano da te questi due? E che ne facciamo di loro?-
-Credo volessero portarmi dal Teschio e quanto
a cosa fare di loro… Crossbones è un evaso ricercato e lei… non sono sicura.-
Dalle
labbra di Sin una serie di oscenità e la promessa di ucciderli tutti.
-Non le stiamo troppo simpatici.- conclude il
Guardiano -Pensi che le autorità di qui possano tenerli in custodia finché non
organizziamo il loro trasferimento in qualche posto più sicuro?-
-Possiamo provare.-
-Bene, perché ho un indizio su quello che
stiamo cercando e se non ci sbrighiamo, lo perderemo.-
Mike
Rossi richiude il cellulare e si affaccia verso la spiaggia di Waikiki. In un
altro momento si sarebbe goduto lo spettacolo ma ora i suoi pensieri sono
concentrati sul suo agente alle Isole Cook. Non sente più Liz Mace da poco dopo
l’omicidio del colonello bielorusso e spera che non le sia accaduto qualcosa.
Il microchip che l’ha mandata a recuperare è bramato da troppa gente senza
scrupoli.
Continua
a dirsi che è una ragazza in gamba e piena di risorse, ma non basta a
cancellare le preoccupazioni.
Rossi
getta un’occhiata al giornale che aveva lasciato sul tavolino della terrazza
aperto sulla pagina con il resoconto del raid a Norfolk.
Questo Comandante America
è un enigma e non lo convince. Sarà il caso di indagare un po’ su di lui.
Incaricherà Liz Mace quando tornerà… perché tornerà, non ha dubbi al riguardo…
o almeno è quel che continua a ripetersi.
Finisher
si avvia con calma verso la pista dei voli privati. Entro breve arriverà
l’aereo che lo porterà al sicuro con il suo premio.
Il
colonnello Ramanchuk pensava di poter fare il triplo gioco ma non aveva
considerato le capacità di coloro con cui trattava. Non era stato difficile
scoprire dove nascondeva il microchip dopodiché era stata solo questione di
eliminarlo, cosa di cui Finisher è un vero esperto.
Sogghigna
mentre vede atterrare l’aereo sulle cui fiancate spiccano le lettere in
cirillico К Ч[5] che
fiancheggiano un logo che ricorda un teschio stilizzato.
Fa un passo
verso la scaletta quando uno scudo circolare rosso, bianco e blu gli si pianta
davanti.
-Non andrai da nessuna parte, amico.- gli si rivolge una voce
femminile.
-Dalle retta, Finisher.- aggiunge una voce maschile in Russo.
Il Sicario capo
del Teschio Rosso degli Anni 50 si volge per trovarsi di fronte Capitan America
e il Guardiano d’Acciaio. Senza perdere la sua abituale flemma dice:
-Che insolita alleanza di simboli patriottici di nazioni un
tempo nemiche. Devo sentirmi lusingato?-
-Sentiti come ti pare.- ribatte Cap –Basta che non fai storie.-
-Temo di non poterti accontentare.-
Finisher alza
il suo bastone.
-Attenta!- urla il Guardiano.
Una scarica laser
esce dalla punta del bastone ma Liz si è buttata a terra evitandola. Finisher
getta per terra un bottone da cui si sprigiona del fumo.
Il killer ne
approfitta per balzare rapidamente sull’aereo
-Parti!- urla al pilota.
Liz Mace
recupera lo scudo e corre verso l’aereo.
-Non scapperai stavolta.- grida.
Con
uno scatto si aggrappa al carrello dell’aereo proprio mentre inizia il decollo.
A
qualunque costo lei non si arrenderà.
CONTINUA
Che
dire su quest’episodio? Praticamente nulla, quindi andiamo dritti alla
presentazione del prossimo episodio in cui la nostra Capitan America si troverà
presa in mezzo tra nostalgici nazisti e comunisti, per tacere di qualche eroe
patriottico. In più: le mosse del misterioso Consorzio Ombra e continuano le
indagini sull’attentato al quartier generale del F.B.S.A.
Carlo
[1] In Punisher: Circle of Blood #1 (In Italia su Il Punitore: Circolo di Sangue, Speciale Star Comics).
[2] Si sono incrociati brevemente su Occhio di Falco MIT #15.
[3] Come narrato in Captain America Vol. 1° #350 (In Italia su Capitan America & I Vendicatori #76).
[4] Claire Temple è stata ferita in seguito al sabotaggio della sua auto in Luke Cage MIT 10.
[5] Traslitterate in alfabeto latino come K e Ch. Iniziali di Красный Череп ovvero Krassnyy Cherep, Teschio Rosso.